Il nostro ordinamento scolastico dispone che si debbano effettuare 2 ore  settimanali  di educazione fisica (ora scienze motorie) per classe nelle scuole medie inferiori e superiori.

Ma in quali condizioni vengono svolte queste due ore settimanali di educazione fisica nelle nostre scuole?

In un istituto con 40 classi, si dovrebbero effettuare 80 ore di educazione fisica alla settimana, ma utilizzando la palestra ,se esistente, in tutte le ore della giornata scolastica, si possono fare solo 30 ore di lezioni. Per il resto i docenti della materia devono arrangiarsi, utilizzando gli spazi liberi, per  coinvolgere gli studenti più motivati a giocare, il più delle volte a pallone, lasciando che altri si dedichino alla libera ricreazione.

Accade poi che, al termine dell’ora di educazione fisica, gli alunni tornano in classe eccitati, sudati e maleodoranti, rendendo assai difficile il lavoro dell’insegnante dell’ora successiva.

   Si potrebbe tentare un modo diverso di organizzare le cose?

Come passare da alunni obbligati a svolgere tutti la stessa attività fisica durante le ore scolastiche, ad alunni che possono scegliere lo sport preferito da praticare in centri specializzati, in orari diversi da quelli scolastici?

   Come passare da docenti frustrati, costretti  ad arrangiarsi con strutture insufficienti  o inesistenti, in docenti orgogliosi di insegnare una vera attività sportiva in strutture adeguate?

Una cosa è certa. L educazione fisica ,così come viene svolta nelle scuole, serve solo a guastare la lezione degli insegnanti che devono operare con gli alunni che tornano dalla palestra.

   La soluzione, però, non può essere quella proposta dal prof. Ichino  sul sole 24 0re del 27/7/2010, consistente nell’abolire l’educazione fisica nelle scuole in cambio di un bonus che gli alunni dovrebbero utilizzare per frequentare liberamente strutture sportive private. La formazione dei giovani è cosa troppo importante per essere lasciata alla libera iniziativa in modo incontrollato

Il problema  andrebbe affrontato non sostituendo un servizio pubblico con uno privato, ma nell’organizzare un servizio pubblico in grado di consentire un’attività sportiva seria, scelta dagli studenti all’atto dell’ iscrizione a scuola, organizzata a regola d’arte, da svolgere in orario diverso da  quello scolastico.

Una soluzione possibile potrebbe essere quella di istituire centri sportivi pubblici specializzati nelle diverse discipline sportive.

Sarebbe interessante vivere in una realtà cosparsa di centri sportivi pubblici specializzati nelle diverse tipologie di sport, diretti dagli attuali  docenti di educazione fisica, frequentabili dagli studenti in orarii diversi da quelli scolastici.  

Un sogno impossibile? Non del tutto.

A fronte dei  4.200.000 di studenti delle scuole medie inferiori e superiori vi sono 34.000 docenti di educazione fisica(i numeri sono approssimati) che potrebbero tranquillamente mettersi a disposizione per una ventina di ore a settimana.

   Certo i docenti dovrebbero accettare di lavorare in orario pomeridiano, abituarsi  a lavorare in team  e a trattare con gruppi di alunni omogenei, provenienti da classi e scuole diverse. Ma, a conti fatti ,che qui non si espongono per non appesantire il discorso, potrebbero anche vedersi migliorare la retribuzione. 

 Avremmo così dappertutto centri sportivi per il calcio, la pallavolo, la pallacanestro, l’atletica leggera. Il nuoto, la scherma, la ginnastica, dove gli studenti  potrebbero recarsi in orari pomeridiani concordati.

   Tali centri, diretti da docenti specializzati nelle diverse discipline sportive, anche se  inizialmente  un tantino improvvisati e con modeste attrezzature,  potrebbero nel tempo essere potenziati ed arricchiti e diventare dei  veri e propri punti di riferimento per i giovani.

 Come ho più volte detto parlando di scuola: “sognare non costa niente”.

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